L’idea di parlare di Coding per bambini mi è venuta in mente rimettendo a posto i giochi di Furbetto.
Relegato in un angolo dell’armadio ho trovato Coko, un simpatico coccodrillo che fa muovere i primi passi nella programmazione.
In questo articolo ne parlerò insieme a Doc e Bee Bot, il famosissimo robottino a forma di ape utilizzato in molte scuole.
Inoltre parleremo della Europe Code Week che raccoglie una serie di iniziative internazionali ed eventi svolti nelle scuole relative al coding.
Coding per bambini: di cosa si tratta?
Il coding è una disciplina che si basa sul pensiero computazionale, cioè l’insieme dei processi mentali necessari alla risoluzione di problemi.
In un articolo del 2006 la scienziata e informatica Jeannette Wing ha portato all’attenzione della comunità scientifica il termine coding.
L’ha definito come quarta abilità di base insieme a leggere, scrivere e contare, indispensabile e utile nella vita quotidiana.
Giocando a programmare i bambini sviluppano il pensiero computazionale in modo naturale, adoperando la logica per risolvere problemi.
Grazie al coding imparano a scomporli in diverse parti, per poterli affrontare più facilmente, un pezzettino alla volta.
Cosa è la Europe Code Week
Le competenze digitali sono oggi ritenute da tutti fondamentali per vivere da cittadini attivi e consapevoli.
La Comunità Europea, ritenendo il coding un linguaggio universale, ha istituito la Europe Code Week.
Si tratta di una serie di eventi che celebrano la creatività, la risoluzione dei problemi e la collaborazione attraverso la programmazione.
I temi trattati nelle varie edizioni sono sempre diversi. Questo dimostra quanto il pensiero computazionale sia un’abilità estremamente trasversale.
Sul sito troverete tante idee e suggerimenti per avviare i bambini alla programmazione, spesso senza alcun dispositivo elettronico.
Come vi dicevo prima, per muovere i primi passi nel mondo della programmazione la componente ludica è essenziale.
Nel gioco del video i bambini diventano veri e propri robot che si muovono su una griglia seguendo opportune istruzioni.
Lo stesso concetto sta alla base dei robottini di cui vi voglio parlare: Coko, Bee Bot e Doc.
Perché acquistare un robot programmabile
Prima di passare a parlare nello specifico dei tre robottini, vediamo quali sono i benefici del loro impiego nell’apprendimento dei bambini.
Grazie al loro aspetto, studiato per attirare l’attenzione dei più piccoli, sembrano comuni giocattoli.
In realtà il loro utilizzo permette di sviluppare diverse competenze:
– apprendere in modo attivo concetti topologici e spaziali; – contare e familiarizzare con il concetto di aggiungere e/o diminuire; – sviluppare la logica; – mettere in atto le prime esperienze di astrazione. |
Sul sito PerContare trovate tantissime attività e spunti interessanti per proporre Bee Bot nelle classi della scuola primaria.
Naturalmente potete tentare di adattare le stesse idee ad altri robot, tenendo conto delle loro diverse caratteristiche.
Coding per bambini in età prescolare
Il primo robottino che mi sento di consigliare, se non altro perché io e Furbetto ne abbiamo esperienza diretta, è Coko della Clementoni.
Si tratta di un simpatico coccodrillo che può essere impiegato già in età prescolare. La fascia d’età consigliata è la 3+.
Coko permette di proporre prime semplici attività di programmazione associate allo storytelling.
Infatti può essere utilizzato in ampi spazi, non ha bisogno di griglie su cui muoversi e si presta ad immaginare e costruire scenari di vario tipo.

Programmare Coko è molto semplice. I comandi vanno inseriti in sequenza sul dorso, posizionando apposite tessere.
Per esempio potete farlo avanzare utilizzando le tre frecce avanti, per poi farlo indietreggiare con la tessera paura se incontra un terribile nemico.
Oppure potete inventare dei percorsi ad ostacoli e programmare Coko perché riesca a superarli. L’unico limite è la fantasia.
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In rete si trovano diverse recensioni negative, per lo più legate alla poca precisione dei movimenti rispetto ad altri robot.
Questo però dipende molto dalla superficie di gioco. Se come me avete un pavimento troppo liscio, il coccodrillo tenderà a scivolare e perdere la traiettoria.
Se da un lato questo può essere fastidioso, dall’altro offre la possibilità di sviluppare capacità di problem solving.
Cercare di capire come il robot interagisce con l’ambiente circostante e farlo muovere tenendo conto delle diverse variabili è sicuramente una sfida interessante.
Coding per bambini della primaria
Un robot che non ha certo bisogno di presentazioni è Bee Bot, una simpatica ape dal design accattivante sia per i più piccoli che per bambini della primaria.
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Per i pochi che ancora non la conoscono, Bee Boot è munita di quattro tasti a freccia sul dorso: avanti, indietro, destra e sinistra.
A differenza di Coko, i tasti sono permanenti e vanno pigiati in sequenza in base ai movimenti che vogliamo faccia l’ape.
Si possono memorizzare fino a un massimo di 40 comandi che restano in memoria se non vengono prima resettati.
Questo robottino può compiere spostamenti di 15 cm l’uno ed è in grado di effettuare rotazioni di 90°.
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Per questa ragione esistono apposite griglie su cui farlo muovere. Comunque non si devono per forza acquistare, potete anche disegnarle.
Se i comandi impartiti sono corretti, Bee Bot andrà dove le abbiamo detto. In caso contrario sarà necessario valutare l’errore (debugging) e riprogrammarla.
Per i più tecnologici è stata prodotta anche una nuova versione: Blue-Bot. È sostanzialmente lo stesso robot ma con un aspetto diverso e qualche funzionalità in più.
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A differenza di Bee Bot, i suoi meccanismi sono visibili grazie al corpo trasparente. Inoltre può essere programmato da dispositivi mobili e può compiere rotazioni anche di 45°.
L’unico vero limite di questi due prodotti è il prezzo. Non si possono di certo definire economici ma sicuramente sono i più completi.
Se volete acquistarli ma non siete sicuri che facciano al caso vostro, potete provare prima le due app gratuite:
Naturalmente l’oggetto fisico ha tutto un altro fascino, soprattutto per i più piccoli che si divertiranno ad inventare tantissime storie.
Doc: la scelta più economica
Come vi dicevo, pur essendo il robot più completo, Bee Bot costa veramente tanto e nella maggior parte dei casi sono le scuole ad acquistarlo.
Se però siete genitori desiderosi di indirizzare i bimbi verso le discipline STEM e volete acquistare un robottino a prezzo contenuto, potete optare per Doc della Clementoni.
Le sue funzionalità molto simili a quelle di Bee Bot. Si può muovere all’interno di una griglia e può essere programmato mediante pulsanti a forma di freccia che si trovano sulla testa.
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La differenza sta nella minore quantità di comandi che possono essere memorizzati e nel fatto che, una volta portata a termine la sequenza, questa viene automaticamente resettata.
Nella confezione di gioco sono già inclusi gli scenari e delle carte missioni illustrate. Quindi per fare muovere Doc non avrete bisogno di disegnare alcuna griglia.
Il robottino può essere programmato per eseguire percorsi liberi oppure per riprodurre le traiettorie richieste dalle carte gioco.
Inoltre se usato nelle modalità «smart», saprà sempre riconoscere la propria posizione sui tabelloni e fornirà utili suggerimenti di gioco al bambino.
Spero che questi consigli possano esservi stati di aiuto. In commercio esistono molti altri robot, tutti validi e con caratteristiche simili.
Starà a voi selezionare quello che si addice di più alle vostre esigenze, in base alla fascia d’età, al prezzo e alla forma che più attrae i vostri piccoli.
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