Anche i vostri figli stanno per cominciare la prima elementare? A metà settembre Furbetto inizierà questo nuovo capitolo e per il momento sembra davvero entusiasta. Altri bimbi invece affrontano questo passaggio con ansia, a volte alimentata dai genitori.
Infatti, il passaggio dalla scuola materna a quella elementare è un momento importante anche per noi mamme e papà. Spesso tendiamo a caricare i piccoli di troppe aspettative, togliendo loro il diritto di imparare secondo i propri tempi. Premesso che poi ognuno fa un po’ come vuole, ecco alcuni consigli per affrontare questo nuovo inizio con il piede giusto.
Prima elementare : no alla preparazione fai da te
Sono sicura che se come me avete un figlio che a settembre inizia le elementari, morite dalla voglia di testare i suoi prerequisiti. Magari avete iniziato a proporre alcune attività di preparazione domestica tipo schede di pregrafismo, ricopiare brevi parole, prime addizioni e sottrazioni.
In realtà questo tipo di attività, senza che ci sia un inquadramento preciso, può essere poco proficua e addirittura dannosa. I bambini che sperimentano i primi insuccessi potrebbero sviluppare meccanismi di autodifesa e conseguente intolleranza verso gli esercizi.
Le emozioni negative legate all’errore e alla difficoltà potrebbero riaffiorare in un secondo momento, scaturendo in insofferenza verso la scuola. Perciò se non si è perfettamente consapevoli degli aspetti pedagogici ed emozionali che possono sorgere durante lo svolgimento dei compiti, meglio lasciar fare alle maestre il loro mestiere!
Bisogna capire che c’è un momento per tutto, cioè quello della scuola ma anche quello del gioco e del tempo libero trascorso insieme ai genitori. Navigando sul mio sito potete trovare tante attività da svolgere insieme ai vostri figli. Viaggiare, giocare, leggere insieme un bel libro sono tutte attività che aiuteranno i bambini a crescere, renderli curiosi e desiderosi di imparare.
Processo di apprendimento: sbagliare è normale
Oggi purtroppo si tende sempre di più a valutare i bambini per le loro performance. Desideriamo bambini eccellenti in ogni campo: a scuola, nello sport, nella musica o in qualsiasi attività essi affrontino.
A questo proposito, in occasione della fine dell’ultimo anno di scuola dell’infanzia, la maestra di Furbetto ha congedato noi genitori con una bellissima lettera. Vorrei condividere con voi il passaggio tratto da un libro per ragazzi che lei ha voluto arrivasse a noi:
“Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia. E se hanno ereditato il piccolo triangolo che sa fare solo tin tin, o lo scacciapensieri che fa soltanto bloing bloing, la cosa importante è che lo facciano al momento giusto, il meglio possibile, e che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri, e che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce all’insieme. Siccome il piacere dell’armonia li fa progredire tutti, alla fine anche il piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera brillante come il primo violino, ma conoscerà la stessa musica. Il problema è che vogliono farci credere che nel mondo contino solo i primi violini.”
Perché i nostri figli possano iniziare ad affrontare la scuola primaria in modo positivo, è necessario mettere da parte tutte le ansie e preoccupazioni. Non serve anticipare i tempi, non è una gara di velocità e nemmeno una competizione.
Se vogliamo veramente fare la nostra parte di genitori, molto meglio insegnare ai bambini che a scuola possono esserci delle situazioni di stress e anche come vanno affrontate. In particolare, mentre si impara possono esserci degli intoppi e iniziare spiegandolo è il primo passo nella direzione giusta.
Potrà succedere che il bambino sbagli e incontri delle difficoltà. Trasmettere la consapevolezza che non tutto va sempre come si vorrebbe e sbagliare è normale per tutti, è molto utile per garantire un buon processo di apprendimento nella scuola come nella vita.
Allenare l’autonomia per affrontare serenamente l’ingresso in prima elementare
Un modo concreto per aiutare i bambini ad affrontare serenamente il primo anno di scuola primaria, è cercare di allenare l’autonomia e l’indipendenza. A tal scopo può essere utile assegnare dei piccoli compiti domestici da portare a termine.
Per esempio, apparecchiare la tavola da soli oppure fare la doccia in autonomia. Si può lasciar scegliere da soli che cosa indossare e chiedere di riordinare la stanza. Infine giocate insieme, magari con un bel gioco da tavolo, sperimentando le emozioni legate alla vittoria ma soprattutto alla sconfitta.
Un errore non è sempre un errore
Vorrei lasciarvi con una piccola riflessione che forse vi tornerà utile quando sarete alle prese con la gestione dei compiti a casa. Prendo in prestito una storia apparsa sulla rubrica I giochi del lunedì della rivista matematica Prisma.
JOHNNY E LE MONETE Ad un ragazzo australiano, di cinque anni di nome Johnny, viene offerta dai suoi amici più grandi la possibilità di scegliere tra due monete: una da un dollaro e l’altra, più piccola, da due dollari. Gli si dice che può prenderne una e tenersela. Il ragazzo sceglie la moneta più grande da un dollaro. I suoi amici lo ritengono molto stupido perché non sa che la moneta più piccola vale il doppio. Tutte le volte che vogliono prenderlo in giro, gli offrono sempre la stessa scelta e Johnny, invariabilmente, sceglie la moneta da un dollaro e apparentemente non impara mai. Un giorno, un adulto che osserva questa transazione prende Johnny da parte e gli spiega che in realtà la moneta più piccola vale il doppio di quella più grande, anche se, in apparenza, può sembrare il contrario. Johnny lo ascolta educatamente e poi dice: “Sì, lo so bene. Ma quante volte mi avrebbero fatto quell’offerta se io, la prima volta, avessi scelto la moneta da due dollari?”.
Questa storia ci insegna che non esiste un solo modo di ragionare. Se guardando i quaderni dei vostri figli, sarete presi dall’irrefrenabile istinto di correggere i compiti perché un ragionamento vi sembra “sbagliato”, chiedete sempre prima: “Perché hai fatto così? Mi puoi spiegare come hai ragionato?”.
Mostrare il vostro ragionamento, pretendere che venga capito e magari arrabbiarsi e urlare se i bambini continuano per la loro strada, non farà che alimentare la confusione e fare insorgere stati d’ansia. Loro non vorranno deludervi, vi diranno di aver capito anche se non è vero, solo per non contraddirvi.
Prendete invece in considerazione l’eventualità che stiate partendo da presupposti diversi, come nel caso della storia di Johnny. Il modo migliore per correggere ciò che consideriamo errore, è tentare di capire da dove nasce quell’errore.
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